La trasmissione IPTV illegale si riferisce alla trasmissione non autorizzata di programmi televisivi su internet. Questo tipo di pirateria è spesso fatto attraverso i cosiddetti “siti web pirata” o applicazioni che offrono l’accesso ai canali televisivi senza le licenze o i permessi appropriati.
Lo streaming IPTV illegale può essere fatto anche attraverso smart TV, lettori multimediali e altri dispositivi che permettono agli utenti di connettersi a fonti di contenuti senza licenza.
La trasmissione IPTV illegale è un problema serio per l’industria radiotelevisiva, in quanto rappresenta una minaccia ai modelli di reddito che sono essenziali per finanziare la programmazione di alta qualità. Inoltre, può portare a livelli di servizio inferiori allo standard, poiché i siti e le applicazioni pirata spesso non hanno l’infrastruttura necessaria per fornire un’esperienza utente affidabile.
La Guardia di Finanza, la forza di polizia finanziaria italiana, ha identificato e bloccato oltre mezzo milione di cittadini che possedevano il cosiddetto “pezzotto”.
Il pezzotto è un piccolo dispositivo che permette agli utenti di guardare tutti i servizi di streaming più popolari pagando una piccola somma di denaro. Tra le piattaforme colpite ci sono giganti del settore come Netflix, Dazn e Sky.
L’IPTV illegale è un problema serio in Italia e la Guardia di Finanza sta lavorando duramente per reprimere questo tipo di attività. Con oltre mezzo milione di pezzotti bloccati, è chiaro che si stanno facendo progressi. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare per eliminare completamente il fenomeno.
Aumento delle indagini per IPTV illegale
Il motivo per cui le indagini riguardanti l’uso di IPTV illegale sono aumentate è dovuto in particolare alla nascita di un vero e proprio gruppo di streamer clandestini. Questo, conosciuto anche col nome di Cyber Group, avrebbe dato vita a un server tramite il quale gli utenti potevano collegarsi in maniera illecita per avere accesso alle piattaforme.
Nello specifico, sono state perquisite oltre 20 abitazioni tra Toscana, Campania, Emilia Romagna e Calabria, i cui inquilini sono stati accusati di violazione dell’art.171, ovvero la violazione dei diritti di autore. I server risiedevano in Campania, e venivano usati per trasmettere le IPTV illegali su tutto il territorio nazionale.
A tal proposito, anche il fornitore di servizi televisivi Sky ha commentato la vicenda, sottolineando la piena soddisfazione delle operazioni svolte dalla Guardia di Finanza.
Informazioni sul server pirata Cybergroup
Uno degli indagati maggiormente colpiti dalla Guardia di Finanza è stato colui che ospitava il server pirata per le IPTV illegali. Si tratta di un 25enne campano residente in provincia di Salerno, che stando alle testimonianze sembra abitare a Dubai, città ormai gettonata da chi vuole evitare problemi col fisco italiano.
Essendo l’amministratore di Cybergroup, l’uomo si occupava della gestione del provider, in modo da far visionare agli utenti i programmi desiderati a basso prezzo. Tramite il famoso ‘’pezzotto’’, appunto, tutti erano in grado di avere accesso quasi gratuito ai migliori servizi di streaming odierni.
A monitorare i flussi di denaro, sempre un uomo proveniente dalla Campania, che si occupava specificatamente dei pagamenti per Sky. In Toscana, invece, un uomo è stato indagato per il possesso di oltre 50 device mobili tramite i quali distribuiva i contenuti agli utenti iscritti.
Cosa rischia chi ha pagato gli abbonamenti?
Il caso è il susseguirsi di una vicenda già accaduta nel 2020, durante la quale i PM e la Guardia di Finanza hanno sottolineato che a rischiare non sono soltanto i responsabili della creazione del server, ma anche gli utenti spettatori che hanno usufruito del “servizio” IPTV illegale.
Difatti, anche chi ha guardato una sola partita di serie A o un qualsiasi contenuto di Sky, Dazn o Netflix in maniera illecita rischia ben 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa molto salata per violazione dei diritti d’autore.
Sul caso è anche intervenuta la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), che ha espressamente detto:
“L’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e condotta dalla Guardia di Finanza, a cui vanno il nostro plauso e ringraziamento per il costante lavoro svolto a tutela dei contenuti audiovisivi, ha portato allo smantellamento di una complessa rete criminale operante a livello nazionale e dedita alla diffusione illegale e vendita di abbonamenti pirata per la fruizione di contenuti televisivi. In un momento così difficile come quello attuale per l’industria audiovisiva, a causa della pandemia, le operazioni di contrasto sono ancora più decisive per sostenere la fase di ripartenza”.
Oltre 2 milioni di IPTV illegali in Italia
Secondo alcune statistiche, l’Italia è riuscita anche stavolta a confermarsi come leader per quanto riguarda la pirateria televisiva e l’utilizzo illecito delle piattaforme di streaming per la visione di contenuti. Su Libero, infatti, è stato evidenziato come siano oltre 2 milioni gli utenti sottoscritti ad abbonamenti di IPTV illegali.
Il danno è pari a qualche miliardo di Euro, soldi che potrebbero servire per la ripresa economica del Paese dopo il difficile periodo di pandemia che, al momento, sembra quasi essere risolto. Il problema, però, è da sempre all’interno del nostro Paese: prima si masterizzavano CD, DVD e si scaricava musica illegalmente, mentre adesso si offre l’accesso diretto alle piattaforme tramite l’ormai famoso “pezzotto”.
Stando alle parole del Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, “il fenomeno delle IPTV illegali è in crescita anche perché molto remunerativo”. Esiste, infatti, una vera e propria organizzazione di criminali, come abbiamo visto nel caso sopra, che vede una crescita esponenziale giorno dopo giorno.
Operazioni come The Net, che è riuscita a smascherare i creatori del server illegale di cui vi abbiamo parlato, sono l’unica soluzione in grado di risolvere questo problema apparentemente innocuo. Ecco perché le sanzioni previste colpiranno non solo i criminali, ma anche gli utenti abbonati che aiutano questi sistemi a diffondersi a macchia d’olio nel Paese.
Cos’è un IPTV e perché è grave l’uso del “pezzotto”?
IPTV sta per “Internet Protocol Television”. Si tratta di una tecnologia che permette di guardare la televisione in streaming (attraverso connessione internet) invece del tradizionale cavo o satellite. Questo può essere fatto su Smart TV, computer, telefoni e tablet, ma la principale caratteristica dell’IPTV è che si possono guardare sia i programmi in diretta che on demand (su richiesta).
Immaginiamo, quindi, quanto danno può creare alle società e all’economia del Paese una rete distribuita a livello nazionale che consente di guardare illegalmente tutti i programmi che, di norma, dovrebbero essere a pagamento.
Conclusioni
L’uso delle IPTV illegali si diffonde sempre di più, quindi bisogna fare molta attenzione quando si trovano offerte a prezzi stracciati per la visione di servizi in streaming.
La semplice visione di partite di serie A su Dazn a 10 euro al mese, potrebbe far rischiare multe salatissime. Ne vale davvero la pena?