Nel 2022 non si fa altro che parlare di NFT Art, Crypto Art e addirittura Crypto Design, oltre che parlare di criptovalute, blockchain e finanza decentralizzata. Questo perché si tratta di un settore tanto emergente quanto interessante non solo per i piccoli investitori che tentano di generare entrate extra, ma anche per le grandi aziende.
Questa guida completa ha l’obiettivo di offrire una visione a 360° di quello che è il settore degli NFT, partendo dalla definizione di non-fungible-token fino ad arrivare alla vera e propria creazione del token stesso, detta minting.
Logicamente, saranno elencate anche le piattaforme più importanti dove è possibile comprare e vendere NFT, e anche i canali di maggiore affluenza del settore.
Cominciamo!
Indice dei contenuti
Non-fungible-token: definizione e obiettivo
L’acronimo NFT sta ad indicare un non-fungible-token, ovvero un token cosiddetto non fungibile. In poche parole, si tratta di token “speciali” che sono crittografati all’interno della blockchain. I token non sono altro che oggetti, in questo caso beni digitali, che possiedono delle qualità intrinseche.
Per esempio, un token Bitcoin ha un determinato valore dato dal mercato delle criptovalute. A sua volta, un token NFT avrà anche un determinato valore, ma dato dalla sua unicità e rarità.
Ma cosa significa questo?
Semplice: essendo sorretti da tecnologie di crittografia, questi token hanno un vero e proprio certificato di autenticità che, a sua volta, viene scritto all’interno della blockchain. La crittografia non è altro che un metodo di scrittura che aumenta la confidenzialità e la riservatezza legata alla sicurezza informatica.
A sua volta, la blockchain non è soltanto una “catena di blocchi all’interno della quale avvengono le verifiche delle transazioni”, ma un vero e proprio libro mastro come quello che potremmo trovare in una banca, con l’unica differenza che è accessibile a chiunque.
Tutti, quindi, possono vedere cosa c’è all’interno della blockchain in maniera sicura, come appunto l’autenticità di e la verificabilità di un NFT.
Va da sé che la differenza tra NFT e arte tradizionale è la seguente: se un artista tradizionale, per esempio Picasso, avesse creato un quadro senza alcun tipo di firma o caratteristica che ne traccia l’autenticità, quest’ultimo sarebbe attribuibile a chiunque.
Al contrario, la tecnologia che sorregge gli NFT consente di verificare immediatamente l’autenticità dell’opera, in quanto questa verrà scritta su blockchain subito dopo la creazione, ovvero durante la fase di minting.
Stessa cosa vale nel caso di furti di proprietà delle opere. Quante volte è capitato nella storia che si fosse indecisi sull’attribuire un quadro ad un autore piuttosto che un altro, o quante volte sono stati scambiati quadri di determinati artisti per quadri di altri pittori?
Ecco, quello dei quadri ovviamente è un esempio molto basilare, ma la stessa cosa può essere estesa all’intero mercato dell’arte. Per farla breve, quindi, l’obiettivo della Crypto Art è quello di rivoluzionare il mondo dell’arte, e in particolare quello dell’arte digitale.
Cosa è un NFT e cosa è l’arte digitale
Abbiamo detto che un NFT è un token non fungibile con diritto di proprietà. Ma, in breve, cosa significa? Per capirlo si deve necessariamente partire dal concetto di non fungibilità.
Sostanzialmente, ci sono 3 diversi gradi di fungibilità: gli elementi fungibili, gli oggetti semi fungibili e gli oggetti, in questo caso token, non fungibili.
Gli elementi fungibili sono, per esempio, le valute tradizionali. Se Marco ha 5 euro nel conto e li manda sul conto di Mario, con Mario che restituisce 5 euro in contati a Marco, avremo uno scambio di elementi fungibili. Stessa cosa se Marco usa i suoi 5 euro per comprare 5 caramelle.
In questo caso, parliamo sempre di elementi fungibili in quanto completamente intercambiabili.
I semi fungibili, detti anche fungibili all’interno di una classe, sono simili ma un po’ diversi. In questo caso abbiamo infatti la possibilità di scambiare gli elementi esclusivamente all’interno della stessa categoria.
Se Marco ha un biglietto del treno alta velocità in prima classe, non potrà mai scambiarlo per un ticket di un treno regionale in seconda classe. Se, invece, avesse voluto scambiare il treno AV di prima classe con un altro treno AV di prima classe, lo scambio sarebbe teoricamente eseguibile.
Adesso, però, passiamo agli elementi non fungibili, come nel caso degli NFT. Questi, come suggerisce il termine stesso, non possono essere scambiati con nessun’altra cosa, in quanto unici nel loro genere.
La cosa più interessante, però, è che per quanto possa sembrare complicato pensare ad un elemento non scambiabile, questi sono da sempre esistiti. Da tale presupposto nasce il concetto di arte digitale. Vediamo di capire meglio.
La Digital Art
È stato appena introdotto il termine di arte digitale in quanto quando si parla di oggetti non scambiabili, la maggior parte di essi risiede sul web o sui dispositivi tecnologici. Se, per esempio, pensiamo ai punti ottenuti all’interno di un videogioco, al personaggio che abbiamo creato su una piattaforma, o ai semplici punti della spesa, parliamo già di elementi non fungibili.
Ebbene sì. Mai provato a scambiare un personaggio di un videogame con qualcosa di simile? Forse sì. Ma quanto è macchinoso scambiarsi degli oggetti digitali senza rischiare di sbagliare, di perderli “per strada” o di violare termini e condizioni di qualche piattaforma?
Ed ecco che gli NFT risolvono il problema. Tramite la blockchain, infatti, è possibile trasferire i non-fungible-token molto velocemente e in maniera abbastanza intuitiva, sfruttando una tecnologia avanzata che per molti rappresenta il futuro.
Tra l’altro, si risolve facilmente il concetto di proprietà. Come si fa a dire se un personaggio è di Marco, Luca o Mario all’interno di un gioco. Certo, tramite il nome utente, l’email o i contatti collegati all’account.
Ma se Marco decide di vendere il suo personaggio a Luca, fornendogli i dati dell’account, che ovviamente non possono essere modificati, di chi sarà la proprietà? Di Marco che aveva il personaggio in origine, o di Luca che ha pagato 100 euro per le credenziali?
Beh, tramite gli NFT basta leggere il nome utente del proprietario effettivo dell’oggetto, che sia questo un personaggio, un CD musicale, un file jpg o una casa nel mondo reale (sì, sono state vendute anche delle case sui marketplace di NFT).
In questo senso, è nata la cosiddetta moda della Digital Art, chiamata talvolta Crypto Art o NFT Art. questo perché, grazie al diritto di proprietà sulle proprie immagini e le proprie GIF, gli utenti possono dare libero sfogo alla propria fantasia.
A cosa serve l’arte digitale nel 2022?
Quante volte capita di cercare un’immagine, andare su Google, trovarne una carina e cliccare su “salva immagine con nome” per utilizzarla per le proprie attività? Ecco, questo comportamento ha una conseguenza molto negativa sui creatori delle immagini, e può portare anche alla violazione di copyright da parte di chi salva il file.
A tal proposito, la NFT Art è in grado di combattere i fenomeni di violazione di copyright o furto di immagini, sempre grazie al concetto di autenticità. Ovviamente, i marketplace di NFT non nascono con l’intento di far scaricare delle semplici immagini, ma hanno comunque avuto un effetto passivamente positivo su questa tematica.
Difatti, il mercato NFT nasce principalmente per i collezionisti che, a prescindere da quanto spendono per quello che può sembrare un semplice file jpg, vogliono avere a tutti costi delle opere digitali uniche da poter esporre.
Sapevate, appunto, che molti non hanno idea di come funzionano gli NFT nella vita reale? Proviamo a vederlo insieme!
Come funzionano gli NFT nel mondo reale
È normale chiedersi come funzionano gli NFT nel mondo reale. Questo perché è molto complicato avere idea di come un token digitale possa essere utilizzato nel mondo fisico. Ma non preoccupatevi, perché vi spiegheremo anche questo.
Nonostante gli NFT girino sulla blockchain, che è sostanzialmente una catena di blocchi virtuale all’interno della quale si verificano e si eseguono le transazioni, questi possono infatti essere esposti all’interno di un quadro, uno smartwatch o un dispositivo mobile apposito.
Inoltre, possono essere usati all’interno del metaverso per poter interagire con gli altri utenti, scambiando due chiacchere o esplorando nuovi mondi, salendo di livello e combattendo con gli avversi (in base al metaverso all’interno del quale si gioca).
Non a caso, il mondo dell’NFT Art e dell’arte digitale è per la maggior parte visitato da gamers e amanti del mondo dei videogiochi. Tuttavia, sono nate anche tantissime collezioni di NFT che, creando volumi importanti di scambio e ritorni economici notevoli, hanno deciso di devolvere gran parte dei guadagni in beneficienza.
È il caso di una startup italiana nata da Giovanni Piccolo, Francesco Monteleone e Alessandro Cariati. Con i loro NFT facenti parte del progetto NFT Europe, hanno deciso di devolvere l’85% di tutte le vendite in beneficienza per terminare il restauro di alcune opere artistiche in Italia. Possiamo dire che hanno usato la Digital Art per salvare la Traditional Art, se vogliamo.
Allo stesso modo, sono tantissimi i progetti internazionali che tramite la vendita di NFT devolveranno il ricavato per delle buone cause. E in tutto ciò, anche i più piccoli artisti stanno facendo passi da gigante all’interno del settore, con opere vendute per milioni e milioni di dollari.
Come se non bastasse, ci sono numerosi progetti avanzati che hanno come obiettivo quello di portare gli NFT fisicamente nel mondo reale, e non solo su quadri o dispositivi mobili. Per esempio, teeleecosmetics sta lavorando a un progetto di unghia NFT chiamato NFT Nails.
Queste possono essere indossate letteralmente grazie a strumenti di realtà aumentata. Per la modica cifra di $50,000,00, è possibile avere un accessorio unico sulle proprie dita!
Ma dopo tutto questo preambolo sugli NFT e la Crypto Art, rimangono alcune domande molto importanti a cui rispondere: come si comprano gli NFT? Come si crea un non-fungible-token e dove si può scambiare?
Beh, non vi resta che continuare a leggere.
Come creare un NFT partendo da zero
Abbiamo capito che gli NFT sono degli oggetti unici nel loro genere che possono essere scambiati grazie alla potenza della blockchain e degli smart-contract. Gli smart-contract, per chi non lo sapesse, sono dei contratti intelligenti che girano all’interno della blockchain.
Questi sono peculiari dell’ambito DeFi, e consentono di terminare un’operazione senza la necessità di intermediari. Ciò significa che se l’utente X vuole interagire con la piattaforma Y, non avrà bisogno di un terzo attore Z che verifichi e testimoni l’esecuzione di un’operazione.
E sono proprio gli smart-contract a rendere la blockchain, il mondo cripto e lo stesso mondo NFT un settore interessante per gli amanti dell’informatica. Ciò, appunto, permette di avere ecosistemi immutabili e senza possibilità di corruzione da parte di chi li gestisce.
D’altronde, con i volumi di scambio pazzeschi che ci sono all’interno di questi mercati, sarebbe molto semplice farsi prendere dall’avidità e far crollare tutto. Basti pensare che sono stati venduti dei tweet sotto forma di NFT per quasi 3 milioni di dollari, o immagini di gatti con i colori dell’arcobaleno per oltre $500,000.
Ma quindi, come si crea un NFT senza avere nessuna competenza tecnica? Vediamolo subito.
Processo di creazione e vendita di NFT
Come prima cosa, bisogna sapere che in linea di massima vengono usate immagini o brevi video con audio di sottofondo. La stringa di numeri all’interno del nostro file avrà solamente le cifre 0 e 1 al suo interno.
Questa stringa, però, verrà compressa nel cosiddetto hash tramite il processo di hashing, ovvero quel processo che produce una sequenza di bit, detta digest, strettamente correlata con i dati in ingresso.
In questo modo, avremo anche a disposizione la garanzia dell’autenticità e il diritto di proprietà sul nostro file, semplicemente perché siamo in possesso del file digitale originale.
Durante il processo di creazione di NFT e quindi dopo il processo di hashing, la nostra stringa sarà scritta in maniera crittografata sulla blockchain, accessibile da parte di chiunque. Un qualsiasi utente, quindi, potrà recarsi sulla blockchain e vedere non solo il nostro nome accanto all’NFT, ma anche la data e l’ora in cui l’abbiamo creato.
Come se non bastasse, vengono tracciate anche tutte le vendite nel tempo.
Ebbene sì. Se vi state chiedendo come si guadagna con gli NFT, questo è uno dei metodi principali. Difatti, in base al tipo di NFT creato, è possibile ricevere le cosiddette royalties. Proviamo un attimo a riprendere l’esempio di Picasso fatto all’inizio.
Se Picasso, ignaro del suo talento unico per l’arte, vende il suo primo quadro a 10$ e la persona a cui l’ha venduto lo rivende per 10,000$, Picasso avrà comunque guadagnato 10$.
Ciò significa che non solo non sarà riconosciuto il suo talento in base al concetto di proprietà, ma non sarà riconosciuta la sua bravura dal punto di vista economico. Con l’NFT Art, invece, tutto cambia.
Innanzitutto, la proprietà viene definita a prescindere, dato che viene subito scritta su blockchain. In più, con le royalties, tutte le vendite effettuate dopo la prima, genereranno una piccola commissione che finirà al creatore originale dell’opera.
Quindi, non importa che Marco abbia venduto il suo NFT a 100$ e Luca lo abbia rivenduto a 1000$, in quanto Marco riceverà comunque un compenso di riconoscimento.
Questo compenso viene definito royalty. Come se non bastasse, si può risalire al primo venditore in assoluto semplicemente muovendosi tra le varie vendite, dato che come abbiamo detto sopra vengono sempre tracciate.
Adesso non ci resta che vedere come creare un NFT dal punto di vista pratico.
Come creare un NFT nella pratica
Per creare un NFT non bisogna avere tantissime competenze tecniche. Tuttavia, è bene conoscere gli strumenti principali del settore blockchain, in modo da non commettere errori.
Per farla breve, consigliamo sicuramente di avere:
- Un non-custodial wallet come Metamask
- Un marketplace di riferimento (in questo esempio useremo OpenSea)
- Dei programmi di grafica come Photoshop
Come potete vedere, non si tratta di qualcosa di impossibile, ma è comunque un processo in cui bisogna fare attenzione. Il primo motivo è quello di rischiare di creare un NFT che poi non viene venduto a prezzi elevati, o comunque non consente di avere un ritorno economico sulle proprie spese.
Il secondo è quello di rischiare di sbagliare durante il processo, perdendo tempo e denaro. Difatti, non tutti sanno che per la creazione di un NFT serviranno dei soldi con cui pagare le commissioni, in gergo definite gas fee.
In particolare, se ci muoviamo su blockchain Ethereum, le gas fees possono arrivare a superare facilmente i $50. Non si tratta di un investimento impossibile, ma sono comunque dei soldi che non vorremmo buttare, se non per far pratica.
Potremmo decidere di creare un NFT su Polygon, molto più economica, anche se non è la più gettonata dagli amanti del settore. Ethereum, infatti, è la principale blockchain all’interno della quale vengono creati, comprati e scambiati non-fungible-token.
Prima di entrare nel dettaglio, comunque, è bene anticipare che avremo bisogno di Photoshop in quanto è uno dei migliori strumenti per creare grafiche accattivanti e vettoriali, molto utilizzati in questo campo.
Non possiamo pensare di usare strumenti basilari come Canva, anche se alcuni ci hanno provato.
Fatto questo preambolo, partiamo dall’inizio creando un wallet non-custodial. In questo esempio useremo Metamask, il più gettonato in assoluto.
Creazione di Metamask
La creazione di un wallet Metamask per iniziare ad investire in NFT è di fondamentale importanza, in quanto ci consentirà di accedere alle funzionalità del Web 3.0. il Web 3.0 non è altro che una versione avanzata dell’Internet che conosciamo, in cui sono presenti dApps, marketplace di NFT, pool di farming, DAO e protocolli DeFi.
A noi, però, in questo momento interessano solamente i marketplace NFT, che consentono sia di compare e scambiare, sia di creare un NFT da zero tramite il processo di minting.
Quindi, andiamo sul sito ufficiale di Metamask, dal quale sarà possibile scaricare sia l’estensione browser sia la versione per Smartphone. La maggior parte usano la versione browser per le operazioni di minting in quanto più comoda e intuitiva, nonché leggermente più sicura se si usa un browser come Brave.
Una volta scaricata l’estensione sul proprio browser, bisognerà creare un account. Il processo è abbastanza semplice, in quanto bisogna andare solamente avanti cliccando gli appositi pulsanti.
Verrà richiesta la creazione di un nome utente e una password, e dopodiché viene rilasciata la cosiddetta Seed Phrase. In questo passaggio bisogna fare particolare attenzione.
La Seed Phrase non è altro che la vostra chiave privata, ovvero una sorta di password da utilizzare solamente in due casi: recupero del proprio portafoglio o importazione del wallet. Non bisogna mai dare la propria Seed Phrase a nessuno, né digitarla su form online, chat, post o qualsiasi altra piattaforma.
Scrivetela su un pezzo di carta e conservatelo al sicuro! Nessuno utente affidabile vi chiederà mai la Seed Phrase. Chi lo fa, al 99% vuole truffarvi. Compreso questo, andate pure avanti e completate il puzzle in cui vi viene chiesto di riordinare le parole della chiave privata.
Adesso siete finalmente nel vostro wallet, già impostato su blockchain Ethereum. Il prossimo passaggio sarà recarsi all’interno di un marketplace NFT per fare la nostra operazione di minting.
Ricordiamo inoltre che il wallet consente di detenere al suo interno sia token “classici” come ETH, AVAX, MATIC etc., ma anche gli NFT stessi. Basta andare sulla sezione “collectibles” o “NFT” e li troverete tutti.
Creare NFT gratis: con OpenSea è possibile
Abbiamo detto che creare NFT implica il pagamento di una commissione. Tuttavia, spostandoci su reti come Polygon è possibile accedere a una funzione offerta da OpenSea definita Lazy Minting. Il concetto è molto semplice.
Piuttosto che coniare l’NFT, pagare la commissione e aspettare di venderlo, l’utente paga la commissione solamente al momento della vendita, vedendola scalare dal totale della vendita stessa. Un concetto semplice ma efficace, che spinge tantissimi utenti a creare NFT gratis in poco tempo.
Tuttavia, ciò non fa altro che ridurre la qualità degli NFT stessi, aumentando notevolmente il numero di opere d’arte disponibili. Per tale motivo, molti rimangono fedeli a Ethereum, decisamente più cara ma allo stesso tempo con una marcia in più.
Detto questo, dirigiamoci su OpenSea per mintare il nostro primo NFT, a prescindere dalla blockchain di nostro interesse.
Una volta dentro il sito ufficiale, bisogna recarsi sulla sezione create in modo da poter aver accesso al processo di minting. Premettiamo che dobbiamo già essere in possesso della nostra opera d’arte, ovvero un file JPG, PNG, GIF, SVG, MP4, WEBM, MP3, WAV, OGG, GLB, GLTF, con una dimensione massima di 100 MB.
Ricordiamo anche che al cliccare del tasto create, ci verrà richiesta la connessione a Metamask. Basta cliccare sulla piccola icona di Metamask, aspettare il pop-up e confermare il messaggio di benvenuto da parte del team di OpenSea.
L’importanza delle collezioni
C’è anche da dire che, se abbiamo intenzione di creare una collezione, ovvero una serie di NFT simili ma appartenenti alla stessa categoria, dovremo andare sulla sezione MyCollection e crearne una. Dopodiché possiamo mintare l’NFT.
Quindi, facciamo finta di voler creare una collezione di immagini raffiguranti dei pinguini, chiamata PenguinDomination. Andiamo sull’icona colorata in alto a destra, ovvero il nostro profilo, e rechiamoci su Mycollections.
Colleghiamo il wallet cliccando su Connect Wallet e poi su Create a collection, e ci verranno richieste delle informazioni relative alla collezione, come il logo, il nome, l’URL che vogliamo attribuire alla collezione, la descrizione etc.
Una volta creata la collezione, possiamo creare l’NFT per posizionarlo poi all’interno di quest’ultima. Torniamo quindi su Create come detto inizialmente, e selezioniamo il file dall’interno del nostro computer. Ricordiamo inoltre che sulla collezione è possibile impostare la funzione royalties di cui abbiamo parlato sopra.
D’altronde, se vogliamo sapere come guadagnare con NFT Art e simili, non possiamo pensare di non attivare le royalties, una delle forme di guadagno più convenienti in questo settore.
Detto questo, una volta selezionati i file dal nostro PC, dovremo fornire un nome, una descrizione e un link per il nostro NFT. Viene chiesto, in particolare, un link esterno dell’NFT in cui poter ottenere più informazioni.
Per vostra conoscenza, sappiate che i migliori canali per trovare NFT sono Discord, Twitter e Telegram, anche se i primi due sono preferibili. Difatti, molti artisti digitali devono avere una community e un progetto alle spalle.
Diversamente, sarà molto difficile che il nostro amato NFT faccia tante vendite. Sappiate, inoltre, che si possono impostare diverse features aggiuntive sulla vostra creazione, come dei livelli, delle statistiche e delle proprietà intrinseche del token.
Verrà poi chiesta la blockchain di vostra preferenza. Come detto prima, molti usano Polygon per creare NFT gratis, ma Ethereum non è per niente da sottovalutare. Infine, non ci resta che cliccare su create e il gioco è fatto.
Avete scoperto come creare NFT gratis o a pagamento con OpenSea, sia su Polygon che su Ethereum. Non male! Ora non ci resta che mettere in vendita la nostra opera digitale, recandoci su sell.
OpenSea: sezione sell
Recandosi su sell, si ha la possibilità di creare una sorta di annuncio in cui si mette in vendita la propria NFT Art, un po’ come accade nelle piattaforme di freelancing in cui gli utenti si propongono per svolgere determinate mansioni.
Quindi, clicchiamo pure su Sell e creiamo la nostra inserzione. Dovremo inserire non solo il prezzo di vendita, ma anche la durata dell’inserzione stessa. Tuttavia, è anche possibile configurare il tutto scegliendo non il prezzo di vendita effettivo, ma l’offerta minima che si è disposti ad accettare.
Si può anche decidere se vendere automaticamente arrivati ad una certa cifra, o accettare la vendita manualmente. In poche parole, vendere NFT con OpenSea è un processo molto intuitivo e personalizzabile.
La cosa importante sarà controllare il prezzo dei token ETH (Ethereum) al momento della vendita. In momenti di ribasso del mercato, per esempio, sarebbe molto conveniente vendere NFT, in quanto un rialzo porterà ancora più profitti.
Esempio pratico: vogliamo ricavare $3,000 dal nostro NFT, con ETH che costa $4867, ovvero il prezzo massimo raggiunto da Ethereum. In questo caso, riceveremo poco più di 0.5 ETH e, in un periodo di ribasso, i nostri $3,000 dollari potrebbero diminuire.
Al contrario, se vogliamo ricavare $3000 dall’NFT con ETH che costa $2650 (prezzo attuale), riceveremo più di 1 ETH intero. Una volta tornato a quasi $5000, i nostri $3000 diventeranno quasi $6000!
Ecco perché il mondo dell’NFT Art e della Crypto Art sta letteralmente spopolando in tutto il mondo, anche tra gli utenti meno esperti.
Fatto questo, suggeriamo anche di dare un’occhiata alle altre opere simili alla vostra, in modo da avere più o meno un’idea del prezzo di vendita del vostro NFT. Dopodiché, cliccate pure su Complete Listing per completare il lancio dell’inserzione.
Ecco, quindi, che abbiamo scoperto non solo come creare NFT gratis, ma anche come mettere in vendita NFT in pochi semplici passaggi. Il tutto tramite OpenSea, uno dei migliori marketplace di non-fungible-token in circolazione.
Tuttavia, esistono altre piattaforme simili, dov’è possibile creare, comprare e scambiare questi token unici nel loro genere.
Alcuni dei marketplace NFT più gettonati
Come abbiamo appena anticipato, il mondo della Crypto Art non si limita a marketplace come OpenSea. Esiste una miriade di piattaforme su Internet in cui è possibile eseguire qualsiasi tipo di operazione in maniera abbastanza intuitiva.
Ad ogni modo, OpenSea rimane il marketplace leader del settore, con oltre 80 milioni di pezzi unici in vendita e più di 150 monete digitali disponibili per i pagamenti. Si tratta di un vero e proprio “mare aperto” per gli amanti della Digital Art.
Esistono, d’altro canto, piattaforme molto più specifiche, dedicate a coloro che sono davvero dentro questo mondo. Tra queste, è sicuramente da citare Axie Infinity, un mondo quasi parallelo in cui gli utenti scambiano i propri NFT alla velocità della luce.
Sostanzialmente, si tratta di un gioco simile ai Pokémon in cui è possibile scambiare, collezionare e far evolvere i propri mostriciattoli (chiamati Axie) in base alle varie esigenze.
La particolarità di Axie sta proprio in questo: creare un marketplace NFT con tanto di gioco annesso in modo che i token possano avere un utilizzo reale e concreto, e non fungano solo da oggetti da collezione. Inoltre, ogni Axie ha un determinato livello di rarità, che andrà ad influire anche sul prezzo di vendita e di acquisto.
Inoltre, le creature possono essere acquistate e addestrate per essere messe in competizione con le Axie di altri giocatori e guadagnare ricompense. A questo si aggiungono i token Axie Infinity (Axie Shards o AXS) che girano su blockchain Ethereum. Come tali, possono essere acquistati e venduti su una varietà di altri mercati di NFT, così come su alcuni Exchange di criptovalute tra cui Binance e Coinbase.
Un altro marketplace NFT da non sottovalutare è senza ombra di dubbio Rarible. Similmente a OpenSea, su Rarible è possibile trovare un’infinità di NFT, a partire da semplici immagini fino ad arrivare a video musicali, gif e NFT Art in 3D.
La differenza sostanziale tra Rarible e OpenSea è che sul primo si ha bisogno del token $RARI per operare all’interno della piattaforma. Essendo su Ethereum, ci si possono aspettare gas fees abbastanza elevate.
Terminiamo questa breve lista con Larva Labs e NBA Top Shot Marketplace, due piattaforme molto importanti in cui si trovano svariate tipologie di token crittografati e opere d’arte digitale.
Valore NFT: come stabilirlo e quali sono i prezzi medi
Come anticipato sopra, per stabilire il valore del proprio NFT bisogna non solo vedere l’andamento del mercato, ma anche analizzare le opere generate dagli altri in modo da non vedere a prezzi troppo alti o troppo bassi.
In linea di massima, possiamo dire che un NFT di bassa qualità o poco raro può essere comprato anche per 10 o 50$ dollari, con alcuni che possono toccare anche i 500$.
Gli NFT di “fascia media”, se così possiamo definirli, oscillano da un minimo di almeno $1000 ad un massimo di $10,000. Esistono poi degli NFT esclusivi, come quelli della collezione di BoredApeYachtClub, che possono superare facilmente i $500,000.
Com’è facile intuire, la possibilità di creare quelle che apparentemente sono delle semplici opere grafiche generando profitti incredibili, ha stuzzicato l’interesse non solo del piccolo investitore, ma anche delle grandi aziende.
Basta pensare che il team di BoredApe, entrato su OpenSea solamente ad Aprile 2021, ha un volume di trading di 379.900 ETH, con un controvalore attuale di $999.801.829,22, ovvero 1 miliardo di dollari.
Non a caso, sono tantissimi i big del mercato che hanno deciso di investire nel mondo degli NFT. Proviamo a fare una breve lista di alcuni degli ultimi acquisti fatti da VIP e aziende che, molto probabilmente, vi stupiranno:
- Lebron James ha firmato una partnership con Crypto.com dedicata all’insegnamento della tecnologia blockchain ai bambini. In questo caso, Crypto.com lavorerà con la fondazione di James per offrire opportunità educative e di sviluppo della forza lavoro in settori come quello degli NFT
- Justin Bieber ha recentemente mostrato la sua collezione di NFT e, tra queste, ha fatto spiccare la sua Bored Ape 3001, comprata per la bellezza di 1,300,000$.
- Nike si sta preparando ad entrare nel metaverso, ovvero dei mondi paralleli come quelli di Axie Infinity o The Sandbox, assumendo del personale esperto in blockchain ed NFT. L’obiettivo sarà probabilmente quello di creare nuove linee di abbigliamento da indossare all’interno di questi mondi futuristici, unici nel loro genere. Stessa cosa vale per Adidas, che insieme a Prada ha lanciato la sua prima opera su
Detto questo, è facile capire che stabilire prezzi di NFT può risultare molto difficile, soprattutto se si è appena entrati nel mercato.
In questi casi, può tornare utile investire in NFT senza però creare l’opera da zero. Prima, però, vogliamo fare un attimo il punto della situazione spiegando come il mining è diverso dal minting.
Mining BTC vs Minting NFT: cosa cambia?
Data la somiglianza del nome dei due processi e la natura complicata di questi concetti, è bene spiegare come il mining di Bitcoin sia molto diverso dal Minting di un NFT.
Nel primo caso, infatti, va utilizzata della potenza di calcolo che sarà usata per verificare ed eseguire le transazioni all’interno della blockchain. Tale processo si chiama Proof of Work, ed è ciò che ha sorretto il protocollo di Bitcoin fino ad oggi.
Senza una community di miners, si rischierebbe di non riuscire a verificare le transazioni, e si diminuirebbe la sicurezza dell’ecosistema. Per l’appunto, ogni computer dei miners è necessariamente posizionato in un punto geografico diverso.
Quindi, se un hacker dovesse avere intenzione di eseguire un attacco al protocollo BTC, dovrebbe letteralmente colpire milioni di computer in tutto il mondo: un’operazione praticamente impossibile.
Di conseguenza, chi fa mining contribuisce al funzionamento della rete di Bitcoin, ottenendo in cambio delle ricompense in token per ogni blocco della chain che si riesce a verificare.
La creazione di un NFT, come abbiamo anticipato anche prima, invece, è molto diversa. Questa non è altro che una personalizzazione di un determinato token, che non c’entra nulla con la verifica delle transazioni e con l’estrazione delle monete.
In questo caso, siamo noi stessi a scrivere i dati sulla blockchain, e questi saranno poi registrati automaticamente, senza il bisogno di processi di mining. Tra l’altro, girando su Ethereum o su Polygon, non dovremmo affidarci alla Proof of Work, ormai non utilizzata dalle blockchain emergenti.
Differenza tra PFP e NFT
Oltre alla differenza tra mining e minting, molti si chiedono quale sia la differenza tra PFP e NFT. Nel primo caso, parliamo delle cosiddette “picture for proof”, ovvero nelle immagini all’interno di alcuni token. In questo caso, si tratta spesso di animaletti o cuccioli, o scimmie (come nel caso delle BoredApe), che possono essere usate in diversi modi.
Fondamentalmente, le PFP sono molto in trend nell’ultimo periodo, e vengono spesso usate come immagini del profilo per i social, come avatar sui videogame, o come sfondo sul cellulare, sullo smartwatch o persino su un quadro digitale.
In poche parole, un PFP non è altro che un NFT che contiene al suo interno l’immagine di un animale accattivante. Nella maggior parte dei casi, si riconoscono i PFP in quanto sono caratterizzati da grafiche simili a quelle dei cartoni animati.
Fino a qualche tempo fa, invece, gli NFT più gettonati erano quelli in 3D, o quelli in movimento, molto simili a delle GIF con un audio musicale di sottofondo.
Investire in NFT senza crearli
Arrivati a questo punto, sappiamo praticamente tutto sui non-fungible-token.
Abbiamo visto come creare NFT gratis con OpenSea tramite Polygon o Ethereum. Sappiamo come creare una collezione di NFT e abbiamo descritto ampiamente il fenomeno della Crypto Art. Adesso, però, ci resta solo un quesito: come investire in NFT senza crearli?
Anche qui, il processo è tanto semplice quanto intuitivo. D’altronde, parliamo del mercato cripto, quindi ci basta sapere che possiamo comprare un token, aspettare che il suo valore salga, e rivenderlo. Ovviamente, questo è il concetto di base, ma ci sono dietro una serie di aspetti da prendere in considerazione, come:
- Rarità dell’NFT
- Tipo di trend attuale nel settore (uova di pasqua, scimmie, animali stile Pokémon, GIF etc.)
- Prezzo di partenza e prezzo attuale dell’opera in questione
- Rete su cui gira l’opera (Polygon o Ethereum)
- Situazione del mercato cripto (dominance di Bitcoin, valore delle Altcoin etc.)
- Possibili utilizzi concreti dell’NFT in questione
- Team dietro al progetto, grandezza della community e fama dell’artista creatore
Questi sono solo alcuni elementi che possono aiutare a scegliere un NFT piuttosto che un altro. Ovviamente, ci vuole anche un pizzico di fortuna per capire verso quale opera orientarsi. Una volta decisa l’opera da acquistare, basta comprarla con i propri token.
Dopodiché, si potrà rivendere ad un determinato prezzo, cercando di ottenere il massimo ritorno economico possibile. Difatti, non essendo noi i creatori dell’opera, non riceveremo royalties, se queste sono state attivate dal creatore.
Va da sé che comprare un NFT non significa avere il diritto di proprietà sullo stesso, in quanto la proprietà effettiva sarà sempre del primo creatore. Noi avremo solo il certificato di detenzione del token.
Non sai a chi affidarti per compare NFT?
Semplice: recati su OpenSea, vai su “explore” e cerca quello che più ti piace. Per prendere dimestichezza col marketplace, potresti decidere di comprare un NFT economico in modo da accertarti di eseguire le operazioni correttamente.
Crypto Art, NFT Art e Crypto Design: pro e contro
Dopo aver dato una panoramica completa del mondo degli NFT, ci teniamo ad elencare una lista di pro, contro e alcune criticità individuate in questo settore. D’altronde, il mondo cripto è ancora tutto da scoprire, per quanto possa essere ormai sviluppato.
Inoltre, sono tantissimi i personaggi che criticano il mondo dei non-fungible-token, in quanto viene visto come una beffa alla vera arte tradizionale. Tuttavia, qui si tratta di pura arte digitale da collezione, e non di dipinti, statue o monumenti, che sono classificabili secondo altre tipologie di canoni.
Per l’appunto, la maggioranza vede gli NFT come semplici immagini online vendute a prezzi spropositati. Questo è vero, ma è anche vero che la tecnologia che c’è dietro gli conferisce un valore quasi inestimabile, dato che è la prima volta che si vedono determinati meccanismi all’interno del web.
Non si è mai visto, almeno nell’arte tradizionale, un metodo per ottenere il pezzo originale nel giro di pochi minuti. In passato, infatti, si dovevano eseguire ricerche interminabili, con alcuni casi di opere mai assegnate all’artista proprietario.
Ad ogni modo, gli “haters”, se così possiamo definirli, del mondo NFT, continuano a criticare ribadendo che si scambiano semplicemente delle immagini attribuendogli un valore. Peccato, però, che la stessa avviene ogni giorno con le banconote.
Ed è proprio nella mente dell’uomo attribuire un valore a degli oggetti: se non sapessimo che la banconota da 5 euro vale 5 euro, questa non potrebbe essere utilizzata per fare una ricarica telefonica, fare la spesa o comprare un qualsiasi bene o servizio.
Stessa cosa vale con gli NFT: in base al ragionamento intrinseco della mente umana, una scimmia che fuma un sigaro che viene crittografata all’interno della blockchain può valere 1 centesimo come 1 milione di dollari.
Diciamo, quindi, che i pro e i contro degli NFT sono puramente soggettivi. Rimane solo un aspetto critico di questo settore, ovvero il diritto d’autore.
NFT e diritti d’autore
Ci sono casi in cui gli NFT, nonostante siano unici e scritti pubblicamente sulla blockchain, vengono copiati. Questo è forse uno degli aspetti più critici di questo settore, in quanto risulta difficile stabilire delle leggi giuridiche all’interno di un mercato ancora poco regolamentato.
In questo caso, è ancora tutto da decidere, in quanto c’è da capire come muoversi, anche in base alle diverse leggi di ogni Paese, in caso di copie o furti di opere digitali. Ci sono già varie soluzioni tecniche proposte da diversi developers riguardo la scadenza di eventuali link o hash.
Infatti, potrebbe accadere che la blockchain cambi i suoi parametri di decentralizzazione e immutabilità nel futuro. Cosa succederebbe in quel caso? Cosa si dovrebbe fare nel momento in cui i contenuti esterni dei link e gli hash stessi dovessero scadere?
Tutto è ancora da vedere, ma molto probabilmente si arriverà ad una soluzione definitiva nei prossimi mesi.
NFT Art, Crypto Art, Crypto Design: conclusioni
Abbiamo visto come il mondo dell’NFT Art e dell’arte digitale sia un mondo pieno di informazioni, magari anche molto difficili da digerire.
Partendo dalla creazione di un wallet non-custodial come Metamask, si ha accesso ad una miriade di piattaforme uniche nel loro genere. Se pensiamo che fino ad un paio di anni fa era quasi impensabile vendere immagini crittografate per migliaia e migliaia di dollari, oggi è possibile.
Magari è solo una moda del momento, ma sta di fatto che tantissime persone hanno rivoluzionato il loro modo di pensare e di agire. Inoltre, la facilità del mondo delle criptovalute ha consentito a tantissimi utenti di investire anche piccole cifre, iniziando a far lavorare i propri risparmi.
Se le banche offrono interessi vicini allo zero virgola, infatti, le soluzioni decentralizzate attuali permettono di ottenere rendimenti importanti, anche del 20%, su token completamente stabili. Il tutto in maniera sostenibile e abbastanza intuitiva.
Ovviamente parliamo di rami un po’ diversi dagli NFT, ma che contribuiscono comunque alla crescita del settore delle criptovalute e blockchain.
E voi, avete capito finalmente il fenomeno dell’arte digitale?